L’ostruzione da calcoli alla cistifellea rappresenta la più comune tra le patologie addominali. Può causare coliche addominali e dolori improvvisi e acuti che si estendono nella zona destra e nella schiena. Spesso si verificano nausea, vomito e febbre. Continua a leggere per saperne di più.
Può avere durata variabile, di solito si manifesta nelle 3-4 ore a seguito dei pasti e nelle ore notturne.
Sono varie le cause: spesso la bile contiene troppo colesterolo, espulso in eccesso dal fegato, che porta alla formazione di cristalli ed infine veri sassi.
Seconda causa può essere l’eccesso di bilirubina, sostanza che si produce quando il corpo distrugge i globuli rossi: essa contribuisce alla formazione di calcoli biliari, specie in presenza di patologie come cirrosi epatica, infezioni delle vie biliari e alcune malattie del sangue.
E’ possibile inoltre che la cistifellea non si vuoti in modo corretto e provochi un accumulo di bile. Ultima causa e meno frequente, è l’infezione delle vie biliari. Per la parte di diagnostica strumentale viene prescritta un’ecografia addominale.
Il curante può iniziare con una terapia orale per pazienti non in fase acuta; è efficace nel polverizzare i calcoli di piccole dimensioni (meno di 1,5 centimetri di diametro). Durante la cura è utile il monitoraggio a 3-6 mesi per capire se continuare o sospenderne l’assunzione.
Il trattamento chirurgico risolutivo per i calcoli alla cistifellea è necessario in presenza di sintomi cronici: ripetute coliche, fatica nella digestione e dolore costante al fianco. Vi possono essere pazienti asintomatici che necessitano controllo prolungato nel tempo per valutare come prevenire il problema.
L’intervento chirurgico, chiamato colecistectomia, è una semplice operazione che rimuove la cistifellea. Il paziente, passato l’intervento (in laparoscopia con una sola notte di degenza e di veloce convalescenza), può riprendere una vita normale e gradualmente reintegrare tutti i cibi, compresi quelli di difficile digestione.
