La polmonite batterica e come curarla

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La polmonite è una malattia dei polmoni e del sistema respiratorio caratterizzata dall’infiammazione degli alveoli polmonari, i quali in tale condizione si riempiono di liquidi e rendono difficoltosa la normale respirazione. Solitamente è dovuta a un’infezione causata da virus, batteri e altri microrganismi.

I sintomi tipici sono tosse, dolori al torace e all’addome, febbre e difficoltà a respirare. Viene di solito diagnosticata grazie ai raggi X e la coltura dell’espettorato. Alcuni tipi di polmonite possono essere prevenuti grazie ai vaccini. Per altri tipi di polmonite, invece, la cura cambia a seconda della causa: se la polmonite è batterica viene curata con degli antibiotici, se invece si tratta di una polmonite molto acuta, allora è bene ricorrere ad un ricovero in ospedale.

Stando a Wikipedia, ogni anno, la polmonite colpisce circa 450 milioni di persone, il 7% della popolazione mondiale, e ciò si traduce in circa 4 milioni di morti. Se nel XIX secolo William Osler la definiva “il capitano degli uomini della morte”, l’avvento della terapia antibiotica e dei vaccini, nel secolo successivo, ha permesso di ottenere un miglioramento nella sopravvivenza. Questo, comunque, è vero solo per i Paesi occidentali, i quali hanno accesso a questo tipo di cure, mentre nei Paesi del Terzo Mondo la polmonite continua ad essere una delle principali cause di morte, soprattutto tra gli anziani.

Le infezioni batteriche sono una delle cause più comuni della polmonite, con lo Streptococcus pneumoniae responsabile da solo della metà dei casi di polmonite batterica. Altri batteri comunemente isolati sono: Haemophilus influenzaeChlamydophila pneumoniaeMycoplasma pneumoniae, e a seguire Staphylococcus aureusMoraxella catarrhalisLegionella pneumophila e Klebsiella pneumoniae. Molti di questi batteri stanno diventando sempre più resistenti alle cure farmaceutiche, il che fa sì che la ricerca debba costantemente trovare nuove formule di antibiotici che possano curare questo tipo di infezioni.

Alcuni di questi batteri sono associati a determinati fattori di rischio: ad esempio, allo Streptococcus pneumoniae è associato l’alcolismo, mentre la Moraxella catarrhalis e la Legionella pneumophila sono associate al fumo. Al contatto con gli uccelli è associata la Chlamydia psittaci. Si nota, infine, che lo Streptococcus pneumoniae è più comune in inverno.

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